Il Gobbo di Notre Dame, 34° Lungometraggio Animato Disney |
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Il Gobbo di Notre Dame, 34° Lungometraggio Animato Disney |
19/12/2005, 2:40
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#1
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Millennium Member Gruppo: Utente Messaggi: 1.303 Thanks: * Iscritto il: 7/12/2004 |
Mai la Disney si era spinta tanto oltre. Quando nel 1996 esce il Gobbo di Notre Dame di Gary Trousdale e Kirk Wise, gli stessi autori della Bella e la Bestia, non ci si aspettava certo che una storia tragica come Notre Dame de Paris di Victor Hugo venisse adattata a classico Disney. Eppure, sebbene semplificata e con il lieto fine, questa storia di valori assoluti venne trasposta con una tale naturalezza da farla sembrare nata per essere Disney. Il Gobbo di Notre Dame tocca temi forti. La diversità di Dumbo si traduce nell'orribile deformità di Quasimodo, la xenofobia vista in Pocahontas si colora di razzismo. C'è spazio anche per la religione e, prima volta in un film Disney, per il sesso. Il rischio di banalizzare queste tematiche per renderle ipocritamente comprensibili a un pubblico di bambini era grande, come lo era anche quello di apparire ridondanti nell'ostentare temi adulti, come spesso accade in alcune produzioni nipponiche. Ma la grandezza di questo film sta proprio nel modo assolutamente naturale con cui tutto questo viene trattato. Senza falsi preamboli il film punta dritto al cuore del problema e attraverso la musica si libera di ogni eventuale imbarazzo connesso alla scelta di raccontare una storia che ha come protagonista un handicappato. Una cosa notevole è che Quasimodo pur conservando le sue deformità ha appeal. Non dev'essere stato facile trovare il giusto modo per rappresentarlo in modo gradevole senza tradirne le caratteristiche. Ma il problema è stato furbamente aggirato: Quasimodo viene progettato come un Funny Animal dalla spiccata espressività , espressività sfruttata di proposito solo in minima parte, così da conferirgli una recitazione del tutto umana e dai toni spesso e volentieri drammatici. Il risultato di tutto questo è un personaggio credibile ma d'aspetto gradevole proprio perchè classificato subliminalmente come non umano. Febo è un personaggio ancora più scomodo. Il lieto fine della sua love story va a scapito di Quasimodo e per non attirarsi troppe antipatie ha il suo bel da fare per dimostrarsi simpatico al pubblico col suo comportamento frizzante, saggio e un po' sbruffoncello. E' il complementare di Quasimodo e il vero e proprio deuteragonista del film. Un altro personaggio molto interessante è senza dubbio il giudice Frollo, incarnazione del bigottismo e della falsa morale che imperversava nel medioevo. Un personaggio tuttavia sempre attuale e simbolo di tutto ciò che i registi nel corso della realizzazione del film hanno cercato in tutti i modi di evitare. Nel corso del film lo spettatore avrà modo di avvicinarsi molto a lui, capendo il perchè dei suoi gesti e delle sue azioni e provando per lui una inedita pena. L'unico modo per esprimere un sentimento così forte da non poter essere rappresentato a parole è la musica e Il Gobbo di Notre Dame è un film intenso in ogni suo momento. Non c'è da stupirsi quindi se Alan Menken compone un numero di canzoni di gran lunga superiore alla media. La ricca colonna sonora offre brani di ogni tipo come le spiritose The Court of Miracles e Topsy Turvy, cantate da Clopin, re degli zingari e cantastorie che nel film ha lo stesso ruolo di narratore esterno/interno che fu del Grillo Parlante e che avranno poi le Muse. Clopin canta anche l'introduzione The Bells of Notre Dame che racconta la storia di Quasimodo e offre uno dei momenti più alti dell'intero film, secondo solo a Heaven's Light/Hellfire che accosta due modi del tutto diversi di vivere l'esperienza amorosa: il puro Quasimodo inebriato ne usa la forza dirompente per suonare le campane mentre l'ossessivo Frollo viene lambito proprio dal lato di questo sentimento che più disprezza: l'erotismo. Sentendosi sporco prega Maria, si raccomanda l'anima ma alla fine cede in una luttuosa promessa di stupro. Senza dubbio il punto più alto della storia di una disney che adesso si limita a voler far ridere i polli. Out there poi prende le mosse da un dialogo castrante tra Frollo e Quasimodo per poi trasformarsi in un inno alla libertà che porta lo spettatore a fraternizzare subito con la figura di Quasimodo. Anche i Gargoyles hanno un loro brano A Guy like you, forse un po' fuori posto coi suoi toni da operetta, ma utile a stemperare la tensione che si viene a creare a metà film. Infine troviamo Esmeralda che cantaGod help the Outcast, una preghiera di solidarietà che in bocca a un'agnostica mette tristemente in ridicolo i desideri egoistici del resto di un umanità che si dichiara credente pur essendo corrotta dall'egoismo. La canzone originariamente aveva una variante "Someday" che oggi possiamo ascoltare nei titoli di coda interpretata in italiano dai Neri per Caso. Un paio di curiosità : durante la battaglia finale è possibile sentire il celebre grido di Pippo pronunciato da alcune guardie malmenate. Il film poi è il primo classico a sperimentare la regoletta della gag a fine titoli di coda che già nei direct to video spopolava. Lo seguiranno Hercules e Fantasia 2000. Lo stile grafico del film, coerentemente coi toni, è alquanto realistico e assolutamente dettagliato, siamo lontani dalle stilizzazioni che la faranno da padrone negli anni che seguono. E' il canto del cigno di una tendenza destinata a scomparire. http://www.elikrotupos.com/sollazzo/viewtopic.php?p=517#517 Messaggio modificato da kekkomon il 18/12/2013, 16:01 |
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9/2/2015, 19:48
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#2
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Gold Member Gruppo: Utente Messaggi: 2.045 Thanks: * Iscritto il: 19/2/2008 Da: Firenze |
Vidi Il Gobbo all'età di 11 anni e sinceramente potei apprezzarlo in pieno proprio perchè più grandicello di quando andai al cinema la prima volta a vedere Oliver & Co. , però ci tenevo a dire che il coraggio di questo film e, prima ancora di Pocahontas, sta proprio nel fatto di aver alzato un tantino l'asticella del pathos, dei temi trattati e, in generale, del registro del film, senza però, a mio avviso, essersi dimenticato di siparietti e canzoncine più appetibili ai più piccoli. Ecco perchè li apprezzo molto, hanno saputo bilanciare entrambi queste due differenti esigenze stilistiche.
Oggi purtroppo questo coraggio si è platealmente perso, il Risorgimento iniziato nel 2009, che segue abbastanza pedissequamente le stesse fasi del Rinascimento del 1989, dovrebbe prevedere un cambio di rotta, un quid che rompa con gli schemi prolifici di Frozen e che osi di più, come fecero all'epoca con i due film sopra citati, ma ahimè, all'orizzonte vedo solo commedie e copia e incolla di Elsa e Anna; si tratta di commercialate? Non necessariamente, ma se davvero tenessero alla loro eredità artistica dovrebbero cercare di osare di più, trattare anche tematiche più importanti e, magari anche solo ogni 7/8 anni, riproporre il caro vecchio 2D che ormai latita dal 2011. |
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10/2/2015, 1:40
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#3
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Millennium Member Gruppo: Utente Messaggi: 1.925 Thanks: * Iscritto il: 22/11/2012 |
Non necessariamente, ma se davvero tenessero alla loro eredità artistica dovrebbero cercare di osare di più, trattare anche tematiche più importante e, magari anche solo in un film ogni 7/8 anni, riproporre il caro vecchio 2D che ormai latita dal 2011. Non credo che allo studio interessi molto l'eredità artistica, e anche se fosse deve comunque scontrarsi con i voleri della Company macinasoldi. Pocahontas e il Gobbo ebbero successo, ma incassarono meno dei loro predecessori e furono recepiti peggio dalla critica (Pocahontas fu praticamente un fallimento in tal senso). Senza contare il fattore marketing, che in quei due casi fu abbastanza difficoltoso. Quindi, perché rischiare? |
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