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> Abigail Disney contro le scelte del nuovo CEO, News - erede Disney contro la nuova direzione
Hiroe
messaggio 6/1/2021, 18:15
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Da L'Economia - Corriere della Sera

Disney, l’erede di Walt di nuovo all’attacco dei manager: «Hanno Scrooge come modello»

Visto da vicino, il regno di Fantasia è meno idilliaco di quanto sembri. La crisi economica indotta dalla pandemia da Covid-19 è arrivata anche alle periferie del reame incantato di Topolino, Pippo e Paperino. Tanto che il colosso dell’entertainment, guidato dallo scorso febbraio dal Ceo Robert Chapek, ha deciso di lasciare a casa definitivamente 32 mila dipendenti, gran parte dei quali impiegati negli store e nei parchi di divertimento, divenuti con il Covid poco più che scatole vuote.

I licenziamenti e la rabbia dell’erede di Walt Disney
I licenziamenti sono arrivati dopo la decisione della scorsa primavera di sospendere gli stipendi a oltre centomila impiegati del gigante. E sono il segno tangibile del nuovo corso degli affari di Topolino e Paperino, che ormai punta a fare concorrenza a Netflix nella tv via streaming, come testimonia il lancio di Disney Plus, in tutto il mondo (Italia compresa).
Inutile dire che la mossa non è piaciuta a Abigail Disney, la battagliera erede e nipote del fondatore Walt, che ha un conto aperto da più di un quindicennio con i manager Disney, paragonati né più né meno, al cinico Scrooge, l’avaro per eccellenza del Canto di Natale di Charles Dickens, che non a caso ha ispirato lo zio e Carl Barks nel creare il personaggio di Zio Paperone («Uncle Scroge» in inglese). «Ebenezer Scrooge è il modello di riferimento dei nuovi ceo, che passano il tempo a contare e ricontare i propri quattrini, preoccupandosi solo di come fare a moltiplicarli. E intanto i lavoratori chiedono inutilmente case, cibo e assistenza sanitaria. Due mondi lontanissimi, ma come osano?».


La guerra di Abigail
Oltre agli attacchi su Twitter, Abigail Disney ha rincarato la dose nei giorni scorsi in un’intervista a una radio californiana: «Dovete mettere la gente che lavora prima del profitto, oppure la magia prima o poi finirà…. Com’è possibile che, mentre i manager si arricchiscono, lavoratori che guadagnano 15 dollari l’ora (lordi) non avranno più i soldi per mangiare e per una casa?». Sembra quasi di sentirla la risposta dei manager: «È l’economia, bellezza». Che in America non fa sconti a nessuno. Ma Abigail non ci sta. E non è la prima volta.

Abigail conserva il 3% delle azioni del colosso che nel 1937 cambiò la storia del cinema d’animazione con «Biancaneve e i Sette Nani», un capolavoro immortale che non sfigura neanche ai giorni nostri. Ai valori attuali, le azioni controllate dalla 60enne, produttrice cinematografica a sua volta e generosa filantropa, valgono qualche miliardo di dollari, visto che la Walt Disney Company ha una capitalizzazione di mercato superiore a 300 miliardi. Ma Abigail non siede nel Cda della compagnia. Preferisce lanciare i suoi strali da lontano, fuori dalla sala dei bottoni. Non che le sue battaglie siano meno efficaci, visto che già nel 2005 le sue «campagne di sensibilizzazione» contribuirono alla defenestrazione del vecchio boss di Disney, Michael Eisner. E il suo zampino c’è anche nell’addio, a inizio 2020, di Bob Iger, il grande sostenitore del nuovo presidente Usa, Joe Biden, che non nasconde le mire politiche dopo la lunga (e ben remunerata) carriera imprenditoriale. Abigail aveva definito «folle» il compenso dell’ex amministratore delegato: 65,6 milioni di dollari nel 2018, 1.424 volte il salario mediano di un dipendente Disney. Oggi, sono cambiati volti e nomi, ma non l'andazzo generale.


Disney, più streaming, meno cinema (e Disneyland)
In verità, dietro ai tagli di migliaia di persone tra i dipendenti di negozi e parchi di divertimento c'è la realtà di un business nuovo di zecca. Disney, dopo le acquisizioni di Marvel, Pixar, Star Wars, è diventato un gigante della produzione di cinema e tv. Il lancio di Disney Plus nella prima metà del 2020 testimonia il cambio di pelle: nel futuro di Topolino c'è Netflix, non Disneyland. E non caso il nuovo film della Pixar, Soul, è uscito in «prima visione» (come si diceva una volta) sulla nuova piattaforma streaming, il giorno di Natale.
Abigail, che è sposata e ha quattro figli, non vuole però arrendersi ai tempi che corrono. E nelle sue invettive parla di una «grande famiglia» che si sta dissolvendo: «Disney non può durare a lungo con queste decisioni – ha sostenuto – Com’è possibile che stipendi, bonus e incentivi dei manager siano tornati ai livelli pre-Covid, mentre i dipendenti di livello più basso vengono mandati a casa in massa? Com’è possibile che il consiglio di amministrazione pensi solo al profitto e non alle persone della grande famiglia Disney?». Abigail è pronta per la nuova battaglia: restituire un po' di fantasia al reame dei talleri e dobloni.


Non ne avevamo ancora parlato nel Forum. Voi che ne pensate?


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Fulvio84
messaggio 6/1/2021, 19:31
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Che Walt si sta ricordando nella tomba per questi e molti altri motivi


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veu
messaggio 6/1/2021, 19:58
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Capiamo l'economia e la lotta feroce americana, così come sono condivisibili le parole di Abigail ma purtroppo è la guerra di uno contro un modello economico e questo alla lunga non può portare a molto.

Secondo noi però il vero dramma odierno della disney è il reparto animazione, privo di idee, privo di sviluppi interessanti e storie fotocopia l'una dell'altra. Questo è il vero problema. Non fanno storie che il pubblico vuol vedere con temi che il pubblico cerca e personaggi che il pubblico vuole. E questa crisi nel reparto creativo dell'animazione che è fondamentalmente il cuore da cui è partito l'impero della major è la cosa che più svilisce... se guardate oggi alla gente non interessa nemmeno un film animato targato disney proprio perchè c'è un appiattimento di cultura e realizzazione e un appiattimento di tematiche che alla fine porta a dire "è un film come un altro"... non c'è la novità, non c'è l'evento, non c'è l'aspettativa... e alla lunga una produzione in totale crisi creativa si riversa anche sui lavoratori... perchè o le cose girano bene e quindi tutti stanno più o meno dignitosamente (anche magari a pochi dollari l'ora ma con contratti sul lungo periodo e possibilità di sfamare a lungo le famiglie) o altrimenti c'è l'incertezza del domani... e questa cosa dovrebbero capirla. ma non è facendo la milionesima versione della "strana coppia in viaggio" o la milionesima versione "dell'eroina cazzuta e senza necessità di un uomo" che risolvono le cose, perchè il pubblico è molto volubile, le cose evolvono e lavorare oggi su un film prototipo che uscirà nel 2023 o 2024 e metterci la nuova Merida di turno o le tematiche Pixar perchè fa figo fare la Pixar coi WDAS beh allora ci crediamo che il pubblico avanzerà critiche e alla lunga la gente diserterà i cinema e i lavoratori verranno licenziati, così come iniziano a fare ora perchè diciamocelo, anche un'azienda con miliardi di capitali se non ha il ritorno che deve essere parametrato alle aspettative alla lunga inizia coi licenziamenti...
capiamo però che più che licenziare i dipendenti dovrebbero licenziare chi approva le idee tutte uguali... non puoi fare mille repliche sempre delle stesse cose, i bambini (principali fruitori di film d'animazione) non sono stupidi, si stancano e annoiano molto molto facilmente e fare storie che sembrano create con il computer senz'anima cosa può succedere?
un tempo Harmony (la collezione di romanzi rosa) scriveva romanzi in serie prendendo una cosa qua e una cosa là e risultavano tutti uguali, ora è la disney a farlo, ma questo guazzabuglio non porta a nulla... le storie con "le eroine cazzute senza amore e in preda a viaggi con missioni scontate dall'inizio alla fine e magari con un compagno/a di viaggio che fa da spalla comica e un eventuale cattivo (mai troppo però) a sorpresa" sono cose viste, sono un pot-purri magari anche di successo ma sempre un pot-purri... e fino a quando uno avrà voglia di pot-purri?


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Hiroe
messaggio 7/1/2021, 13:48
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Capisco voi veu... Io però continuo a percepire un po' di magia nel reparto animazione Disney e Pixar, invece nel resto vedo tanto squalismo, soprattutto nella dirigenza e questo mi dispiace molto. Walt voleva creare felicità.

Questo arraffa arraffa che ha portato la Disney così in alto grazie alle varie acquisizioni secondo me l'ha anche snaturata un sacco e le ha fatto perdere ancora di più il contatto con la realtà e soprattutto con i dipendenti di reparti come i parchi o altri minori. Poi, in ogni caso, è ignobile che un dirigente guadagni così tanto, in qualsiasi realtà ma comunque nel mondo per come è oggi, sempre meno persone detengono la ricchezza mondiale nelle mani, e situazioni come quella non fanno che continuare a accentuare il divario.


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Beast
messaggio 7/1/2021, 16:01
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Solito articolo pretestuoso (e ricco di inesattezze) per gettare fango sulla Disney... le accuse lanciate alla Disney potrebbero essere rivolte al 99% delle altre multinazionali in qualsiasi settore e qualsiasi Paese.
Mi sembra che la storia dell'economia abbia proposto 2 modelli prevalenti: quello capitalista e quello comunista. La Disney opera perlopiù in Paesi capitalisti e quindi segue quel modello. Se non piace, ci si rivolga alla classe politica, invece di infangare il brand Disney.
Se la Disney paga 15€/ora è perché ha raggiunto tale accordo firmato dai sindacati. Per inciso, la paga minima federale americana è 7.25€/ora...
Sono le regole del "gioco" dell'economia e della finanza ad essere inique, chi vi partecipa può solo seguirle oppure non giocare. Intanto l'America continua a votare vecchi ricchi bianchi che non cambieranno mai veramente nulla... queste sarebbero le vere battaglie da fare.
Poi, proprio a dirla tutta, vorrei chiedere alla signora per quale motivo la sua famiglia, che in origine deteneva il controllo della compagnia, abbia abbandonato la Disney. Quando nel 1984 suo padre Roy E. dovette scegliere quale ruolo ricoprire in società, ne chiese uno defilato: supervisore al reparto animazione... prestigioso sì, ma con scarso potere decisionale. Per non parlare della guerra, sempre nel 1984, con cui proprio Roy E. estromise il cognato Ron Miller dalla compagnia. Nessuno dei nipoti ha voluto un ruolo nella Disney, hanno intrapreso altre carriere e alcuni non hanno mai lavorato in vita loro, vivendo di rendita... ma allora di cosa vi lamentate??


Sottolineo ancora alcune inesattezze dell'articolo:

CITAZIONE (Hiroe @ 6/1/2021, 18:15) *
Abigail conserva il 3% delle azioni del colosso[...]. Ai valori attuali, le azioni controllate dalla 60enne, produttrice cinematografica a sua volta e generosa filantropa, valgono qualche miliardo di dollari.

Nel 2019 Abigail Disney ha dichiarato di possedere azioni per un valore di circa 120 milioni di $; ad un rapido calcolo dovrebbe quindi avere circa lo 0,01% delle azioni.
Questo famoso 3% di cui si è parlato più volte, si riferisce alla totalità degli eredi ed è quindi suddiviso tra parecchie persone; solo i nipoti di Walt e Roy O sono 14: 4 figli di Roy E., 7 di Diane, 3 di Sharon. Ormai siamo ai pronipoti, cioè decine e decine. E' probabile che anche i discendenti degli altri fratelli di Walt abbiano qualcosina, se non tutti almeno quelli della sorella preferita Ruth.

CITAZIONE (Hiroe @ 6/1/2021, 18:15) *
Non che le sue battaglie siano meno efficaci, visto che già nel 2005 le sue «campagne di sensibilizzazione» contribuirono alla defenestrazione del vecchio boss di Disney, Michael Eisner. E il suo zampino c’è anche nell’addio, a inizio 2020, di Bob Iger.

Nel 2005 avrà pure contribuito, ma il ruolo decisivo l'ha avuto suo padre, che contava per davvero. Quanto all'addio di Iger, vorrei proprio capire quale sarebbe questo "zampino"... mah


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