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> La dirigenza Disney, decisioni, pensieri e strategie dei piani alti di Burbank
Daydreamer
messaggio 14/4/2020, 10:13
Messaggio #145


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Gli introiti di Disney+ non so cosa portano ad un impero di tal fatta. Sono come 10 respiratori in un ospedale.

Messaggio modificato da Daydreamer il 14/4/2020, 10:13
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-kekkomon-
messaggio 14/4/2020, 11:51
Messaggio #146





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CITAZIONE (Scrooge McDuck @ 14/4/2020, 10:10) *
Da un lato aver speso tutti quei miliardi per comprare la Fox è stata una vera mazzata, dall’altra possono vantare un ventaglio di titoli molto più ampio per Disney+ che, ormai, è l’unica fonte di guadagno che hanno... ancora non so dire se, col senno di poi, sia stato un bene o meno comprare la Fox

Ci hanno messo 10 titoli fox su Disney+ (almeno in Italia). Non so quanto gli sia convenuto Roftl.gif
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brigo
messaggio 14/4/2020, 12:10
Messaggio #147


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CITAZIONE (kekkomon @ 14/4/2020, 12:51) *
Ci hanno messo 10 titoli fox su Disney+ (almeno in Italia). Non so quanto gli sia convenuto Roftl.gif


Il catalogo Fox è altrettanto sterminato quanto quello della Disney. I contenuti arriveranno col tempo.
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Daydreamer
messaggio 14/4/2020, 12:40
Messaggio #148


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Ovviamente si parla solo dei film che soddisferanno i requisiti Disney+. Chissà se ritoccheranno qua e là anche i film della Fox.
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buffyfan
messaggio 14/4/2020, 14:51
Messaggio #149


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Acquistare la FOX è stato un colpaccio, ma il tutto è avvenuto (ahimè per loro) nel momento peggiore possibile! sad.gif Chi avrebbe mai immaginato una situazione simile? Immagino che per l'uscita di Avatar tutto sarà  tornato alla parziale normalità. Me lo auguro per loro, altrimenti temo l'inizio della fine. sad.gif
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Beast
messaggio 16/5/2020, 8:48
Messaggio #150


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E' cominciato lo shopping sad.gif

Saudi Arabia Investment Fund Purchases Over 5 Million in Shares of The Walt Disney Company Valued at $500 Million
https://wdwnt.com/2020/05/saudi-arabia-inve...at-500-million/


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Daydreamer
messaggio 16/5/2020, 11:49
Messaggio #151


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Mmm commovente. Spero non abbiano voce in capitolo sulle produzioni altrimenti siamo spacciati.
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buffyfan
messaggio 16/5/2020, 16:47
Messaggio #152


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CITAZIONE (Daydreamer @ 16/5/2020, 12:49) *
Mmm commovente. Spero non abbiano voce in capitolo sulle produzioni altrimenti siamo spacciati.

Ma no perch�? Viva il Politically Correct, sempre e comunque.. in effetti ci manca una Principessa Disney Jihadista!! rolleyes.gif
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Daydreamer
messaggio 9/1/2022, 21:13
Messaggio #153


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Da BadTaste

Bob Iger, l’addio alla Disney: dai successi che lo rendono più orgoglioso ai momenti più difficili

Bob Iger è quel tipo di persona che entra in un’azienda e se ne va lasciandola con una capitalizzazione di mercato accresciuta del 400%. Riassumere così la sua lunga carriera a capo della Disney sarebbe addirittura sminuente rispetto alla grande influenza che ha avuto sotto il profilo creativo. Come ha scritto nella lettera ai dipendenti al momento del termine del suo servizio (non chiamiamolo pensionamento), quello che conta per lui -e per i risultati economici- è di tenere sempre vivo il fuoco creativo, l’innovazione che aiuta a passare indenni anche nei periodi più difficili.
La pandemia alla Disney di danni ne ha fatti, e non certo di indifferenti. Con il lockdown sono crollati gli affari dei parchi a tema e delle crociere. L’azienda ha mandato in congedo non retribuito circa settantamila dipendenti. Come nota positiva, nel settore cinematografico martoriato da incassi, per forza di cose, molto limitati è stato il lancio della piattaforma Disney+. In queste condizioni Bob Iger ha traghettato l’azienda in un delicato passaggio di consegne verso il nuovo CEO Bob Chapek.
Come è arrivato fino a qui?
Sono tanti i successi ottenuti nel corso di 15 anni di presidenza, ma all’epoca non fu semplice convincere il board ad eleggerlo. Persino Jeffrey Katzenberg (allora capo dei Disney Studios) gli disse di rinunciare alla lotta per diventare il successore di Michael Eisner. La sua reputazione non era in linea con le aspettative, ma la sua determinazione e gli anni di esperienza maturati gli vennero in aiuto. Iger infatti naviga nel complesso mondo dei media sin dall’età di 23 anni quando lavora per la ABC conoscendo il capo, e oggi suo mentore, Tom Murphy.

Quello che fece alla Disney fu molto di più che portarla fuori da una lunga e inesorabile crisi. Rilanciò la capacità innovativa dell’azienda, riallineandola con lo spirito avanguardista del suo fondatore. Lo fece da un lato riorganizzando l’azienda e affidandole le redini ai creativi, e soprattutto operò una serie di acquisizioni titaniche. Pixar, Marvel, Lucasfilm e 21st Century Fox rinnovarono il catalogo di proprietà a disposizione (essenziale in un mondo che sempre di più si contende le library) e hanno dato nuova linfa alla filiera dell’intrattenimento costruita dalla Casa di Topolino.
Propenso alle novità, Bob Iger stimolò a trovare nuove soluzioni e nuove tecnologie per espandere i contenuti creativi. L’attuale Disney+ è infatti un approdo coerente con l’azienda che nel 2005 fu la prima a mettere i suoi contenuti su iTunes. Fu lui tra i primi a ventilare l’opzione di una progressiva diminuzione delle finestre di sfruttamento dando l’esclusiva alla fruizione domestica per un certo tipo di film (mentre per altri la sala resta essenziale). Ovviamente attirò a sé grandi polemiche in anni in cui internet e le piattaforme over the top non avevano ancora preso piede. Oggi il suo pensiero appare quasi profetico, come lo è stata l’intuizione di aprire la Disney al mercato cinese e consolidando quello internazionale. Fu lui a volere fortemente l’inaugurazione del Disneyland Resort di Hong Kong nel 2005 e dieci anni dopo quello di Shanghai.

A 71 anni dice di non avere (più) ambizioni politiche, nonostante molti lo vedano bene in quelle vesti, ma di voler offrire la propria esperienza come consulente o sostenitore economico alle innovative società emergenti.
Intervistato da Variety Bob Iger ha spiegato quello che per lui è la gestione di un colosso come la Disney. Un peso sulle spalle da portare che non gli ha mai permesso di godersi un momento di relax o di distanza dal suo lavoro ma che, a suo dire, può essere gestito con relativa facilità:
Non è difficile se si applicano alcuni principi chiave. Prima di tutto devi rispettare molto i creativi e il loro processo e non essere invasivo. In altre parole: non fare danno. Devi essere presente come un capo della tifoseria per incoraggiarli, spingere e richiedere l’eccellenza e l’innovazione. Il fondamento di una leadership creativa di successo è la fiducia. Fidarsi delle persone per fare la cosa giusta alla fine.

Rispetto alla sopravvivenza delle imprese media rispetto alle possibili acquisizioni di grandi imprese tech come Apple o Google la sua posizione riconosce una grandissima competizione. Sostiene infatti che in un mondo in così rapido cambiamento non ci sia spazio per errori o momenti di pausa. È qui che c’è il maggiore rischio per queste realtà: smettere di innovare, adagiarsi sugli allori, significa rischiare di uscire dal mercato come è successo con Xerox o con la Kodak. Riconosce che tra le società che esistevano nel 1923 ad oggi solo la Coca-Cola e la Disney sono ancora considerati tra i principali brand globali.
Quando gli viene chiesto di cosa sia più orgoglioso non ha dubbi, ma ha un lungo elenco di fatti:
Posso citare una serie di esempi. Black Panther probabilmente sarebbe vicino alla cima della lista. Tagliare il nastro del parco a tema a Shanghai e offrire così la quintessenza dell’esperienza Disney nella città e nel paese più popoloso del mondo. Firmare il contratto in questo ufficio con George Lucas per acquisire la Lucasfilm. Stare in piedi vicino a Steve Jobs alla Pixar, ricevere la lampada Luxo jr e dire a un centinaio di persone che l’avrei usata per illuminare il castello (simbolo della Disney NdR). Un momento incredibile è stato l’acquisizione della Marvel, ovviamente, è qui in cima, e guadagnare l’accesso non solo all’enorme tesoro di personaggi ma a così tante persone di talento che conoscono bene il brand Marvel e il suo potenziale narrativo.
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veu
messaggio 9/1/2022, 23:42
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c'è da dire che ha avuto idee geniali... l'acquisizione della Marvel ha portato introiti milionari alla Disney e un franchise, quello dei supereroi e della cinematografia per ragazzi (maschi soprattutto che era quello che la Disney cercava da tempo), senza precedenti...
e anche l'acquisto di Lucasfilm e della Fox è stato un colpaccio

e come non ricordare che ha rilevato dalla NBC Universal i diritti di Oswald il coniglio fortunato, la prima vera star Disneyana?


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Mattezena
messaggio 10/1/2022, 20:34
Messaggio #155


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Ho recentemente visto che è partita su Change una petizione per destituire Bob Chapek dall'incarico di CEO dell'azienda, e capisco bene i motivi. E' verissimo, Chapek ha dovuto affrontare un periodo per nulla facile, cosa che Iger ha dovuto fronteggiare per pochissimo tempo (dopotutto si era dimesso da AD subito prima del lockdown per poi riprendere temporaneamente le redini per qualche settimana durante il lockdown per evitare che la transizione da lui al suo successore avvenisse in quella situazione così complessa). I fatti, però, a mio parere parlano.
Iger ha preso una Disney in forte crisi e nell'arco di pochi anni l'ha portata ad essere la casa di produzione più importante e potente di Hollywood e forse della storia del cinema (per incassi, numero di produzioni all'attivo e importanza nel mercato), ha preso una Disney che possedeva solo le case del marchio di Walt e nell'arco di alcuni anni l'ha portata ad acquisire prima la Pixar, poi la Marvel, poi la Lucas fino ad addirittura l'intera Fox. E' discutibile la sua gestione per il lato artistico (una critica che io per primo gli faccio è l'aver messo fin troppo il guadagno davanti all'arte, soprattutto con la sua politica, tra il 2010 e il 2020, incentrata su remake, sequel, prequel, spin off, remake, sequel, prequel, spin off a profusione), ma per me dal lato qualitativo (proprio la qualità tecnica delle produzioni dei suoi studi, anche di quelli che fino a qualche anno prima erano noti per non avere proprio il massimo in fatto di qualità tecnica, come la DisneyToon o la Disney Television animation), così come dal lato economico e, da quanto so, anche lavorativo, ha fatto cose gigantesche.
Ha anche dovuto affrontare delle difficoltà e degli intoppi: nelle prime settimane di pandemia attuò una politica di tagli degli stipendi dei dirigenti (del 100% lui, 50 Chapek e dal 50 in giù le altre cariche) per salvare il lavoro dei dipendenti (https://leganerd.com/2020/03/30/disney-i-dirigenti-si-tagliano-gli-stipendi-per-salvare-gli-impiegati/). Ricordo poi quando qualche anno fa venne chiusa la DisneyToon (che ormai produceva poco o niente e sempre con bassi incassi), i cui dipendenti vennero tutti semplicemente spostati su altri studi animati in mano alla Disney.

Poi c'è Chapek: Chapek ha dovuto anche lui fronteggiare problemi di soldi in relazione ai dipendenti e alla pandemia (come ho detto sopra, ricordo che Iger si azzerò per alcune settimane lo stipendio e tagliò quello degli altri dirigenti per salvare il lavoro dei dipendenti), in particolare per i lavoratori dei parchi, rimasti chiusi per diversi mesi. Come dimenticare che la politica attuata da lui (e, immagino, anche dal neo presidente della Disney Parks) fu quella dei licenziamenti in blocco (e come dimenticare la disavventura di quei dipendenti italiani che aveva fatto il giro dei nostri giornali per settimane)
https://www.rainews.it/archivio-rainews/art...c22c30126f.html

Chapek ha anche affrontato una situazione simile a quella di Iger: la chiusura di uno studio d'animazione in loro possesso perchè non era più una risorsa. Ricordo, di nuovo, che Iger fece chiudere la DisneyToon, ma, come anche Wikipedia riporta, distribuendo quasi tutti i dipendenti in altri rami animati dell'azienda; Chapek, invece, ha chiuso la Blue Sky licenziando circa 450 dipendenti (a quanto riporta Lo Spazio Bianco)
https://www.lospaziobianco.it/disney-annunc...ue-sky-studios/

Il lato artistico: è vero, il favoreggiamento dell'arte non era proprio il forte di Iger che spesso, forse troppo spesso, ha messo guadagni facili e blockbuster davanti a prodotti più artistici, ma sotto la sua gestione sono comunque usciti dei film spettacolari (Disney e Pixar ad esempio) e, sebbene fosse sempre e comunque, come immaginabile, messo in primo piano la Marvel, comunque fu sempre lasciato uno spazio improtante a Pixar e Disney e ai vari prodotti d'animazione. Nell'arco di un anno Chapek ha già "sacrificato" TRE film Pixar, ritenendo, sensatamente eh, che tra quelli e un Marvel sia meglio sacrificare quelli, però io dubito, vista comunque la sua gestione, che Iger avrebbe mai deciso di sacrificare ben 3 Pixar e 1 Disney Animation e mezzo (Raya e parzialmente Encanto, che è stato al cinema per un solo mese prima di andare su Disney+, mossa che, logicamente, ha portato moltissime persone ad aspettare di vederlo in periodo natalizio sulla piattaforma piuttosto che in sala).

Per il lato qualitativo mi baso su due prodotti d'animazione: Diario di una schiappa e L'era glaciale 6. Non ho visto Diario di Una schiappa e il nuovo capitolo dell'Era Glaciale deve ancora uscire, ma entrambi hanno una caratteristica comune dal trailer: Animazioni terribili, non reinderizzate, mancanza di dettagli visivi, cgi antiquata e molto plastica ecc. Lo so, si tratta di due prodotti fox e non direttamente Disney (anche se L'era glaciale risulta Disney), però io dubito che Iger, colui che ha puntato tantissimo sulla qualità tecnica, colui che ha fatto realizzare un Re Leone con delle animazioni talmente avvenieristiche da sembrare un documentario, colui che ha portato a fissare uno stile da seguire per i classici Disney per garantire sempre il massimo della qualità tecnica, avrebbe mai fatto uscire due prodotti comunque importanti con delle animazioni chiaramente non terminate.

Non voglio santificare Iger, assolutamente, era piena di difetti la sua gestione, e non voglio buttare del tutto giù Chapek dopo 2 anni di reggenza (contro i 15 del predecessore), ma Chapek per me sta proprio seguendo la strada sbagliata (e sì, so che non si occupa di tutto lui, ma se decidi di fare l'AD diventi il responsabile di praticamente tutta la compagnia)
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Daydreamer
messaggio 10/1/2022, 20:42
Messaggio #156


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Oddio, che prospettive unsure.gif
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veu
messaggio 10/1/2022, 23:38
Messaggio #157


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Da Deadline:

Disney CEO Bob Chapek Lays Out 2022 Priorities In New Year’s Note To Employees

Bob Chapek, who is nearing the two-year mark since he took the baton as CEO for the Walt Disney Co., has articulated three key strategic priorities for the company in a memo to employees.

Referring to them as “pillars,” Chapek identifies the three areas as storytelling, innovation and a “relentless focus on our audience.”

The exec’s status as Disney’s sole leader was reaffirmed by 2021 officially coming to an end. Predecessor Bob Iger, who had stayed on as executive chairman and a creative consultant, officially ended his tenure on December 31. Several other long-tenured execs have also departed the company. On Wall Street’s checklist for Chapek, the No. 1 item is hitting subscriber projections for Disney+. Those numbers have sagged a bit of late, prompting concerns about its prospects after a white-hot launch in 2019. In November, Disney said it added just 2 million subscribers to its flagship service. It has pledged to reach 230 million to 260 million (from its current level of 118 million) by the end of fiscal 2024.

When Iger stunned the industry and business world by ceding the CEO role to Chapek in February 2020, Covid had just started its disruptive march across the globe. The new boss, who climbed the corporate ladder by running divisions like home entertainment and theme parks, was immediately put to a grueling test, managing through an historic period of uncertainty. All of the company’s core sources of revenue — parks and resorts, movie theaters and live sports, dried up instantly. Chapek won praise for navigating that intense early stretch of the pandemic, and the company’s stock closed that year on a high note, riding a wave of announcements of film and TV titles bound for Disney+.

Last year, however, the weather changed a bit. Reports surfaced (and were roundly denied) of a wary relationship between “Bob C.” and “Bob I.” and an acrimonious legal fight broke out (and was quickly settled) with Black Widow star Scarlett Johansson. Industry vets, while giving Chapek credit for his accomplishments, took note of the rare public battle with an A-list star, maintaining that such contretemps had not generally been Iger’s style. They also raised eyebrows at Chapek’s dramatic centralization of the company’s distribution structure in a new unit run by his former protégé, Kareem Daniel.

Chapek’s contract runs through February 28, 2023. The company plans to report its next quarterly earnings in early February. Along with the changes in the C-suite, Disney’s board of directors has also seen turnover in recent years. Susan Arnold, by far the most experienced director, was elevated to chairman late last year as Iger approached his departure.

Here is Chapek’s full memo:

Team,

As we begin the New Year, I want to share our mission and the strategic pillars that will be key to our success—but first, I want to start 2022 on a note of gratitude for all of you, your talent, dedication, and optimism during the most disruptive time in our company’s history.

Thanks to you, we are weathering the pandemic and emerging stronger than ever. Over the last two years, we continued to tell the world’s best stories, reorganized, and accelerated our transformation to better serve audiences and guests. We looked inward during a time of social disruption, saw how much was left to do, and made significant change. And of course, we underwent a leadership change—and I am enormously grateful for the tremendous foundation Bob Iger left us.

You achieved those things during a once-in-a-century pandemic, and I want to acknowledge those whose roles require them to be in the office or one of our parks, as well as those working from home while managing at-home learning and gaps in childcare. I also appreciate your patience as we begin reopening our offices. Our long-term goal is to provide greater flexibility, and your leaders will be in touch as plans evolve.

It’s ironic that this disruption is happening as we prepare to celebrate our company’s 100th anniversary. For nearly a century, we have defined and redefined entertainment, created countless lifelong memories, and delighted fans and families around the world. It’s a legacy that is simply unrivalled—and a welcome responsibility for us to build upon.

And so I believe our mission for this year is clear: set the stage for our second century, and ensure Disney’s next 100 years are as successful as our first. To do that, we will focus on three pillars.

First, storytelling excellence. What makes Disney so unique is that the stories we tell mean something to people. They inspire, give hope, bring us together, illuminate the world around us, and create memories. That is Disney magic, and we must continue to set the creative bar higher and higher. To that end—and in addition to all my other creative meetings—I am establishing a new standing monthly meeting with our senior creative leaders to discuss the opportunities we face as a storytelling enterprise. This will encourage collaboration, sharing of best practices, and stimulate cross-studio ideation.

Second, innovation. Since Steamboat Willie, we have been the world’s foremost innovative storytellers. That must continue as technology evolves, giving our creative teams new canvases like the metaverse on which to paint. We should be especially innovative as we seek to bring stories to life in new ways—particularly if they enhance what many call our “franchise ecosystem,” which is one of the things that sets us apart.

And third, relentless focus on our audience. We are a big company with many constituents and stakeholders, all of whom have a place in our decision-making. But at the end of the day, our most important guide—our North Star—is the consumer. Right now, their behavior tells us and our industry that the way they want to experience entertainment is changing—and changing fast thanks to technology and the pandemic. We must evolve with our audience, not work against them. And so we will put them at the center of every decision we make.

When you look at the entertainment landscape, I believe Disney stands alone. We have the world’s most creative storytelling engine along with the world’s most beloved brands and franchises—which we can bring to life in ways no one else can. We have a portfolio of distribution platforms across the world—including powerful streaming services—with the ability to reach audiences anywhere, anytime. We have the #1 news organization and the most trusted brand in sports. We bring people together and make magical memories that last a lifetime at our parks and on our cruise ships. We have a unique ability to impact culture and connect with people on deeply personal levels. And we have you—the best team in the business.

I couldn’t think of a better combination, and I could not be more optimistic about our future. I look forward to setting the stage for our next century with all of you, and to making the unique brand of magic that only Disney can.

Bob


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-Scrooge McDuck-
messaggio 11/1/2022, 13:54
Messaggio #158





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CITAZIONE (Mattezena @ 10/1/2022, 20:34) *
.


Aggiungo il casino scoppiato con la questione talent, nato dalla gestione dei comunicati ufficiali a dir poco imbarazzante tra Disney e Scarlett Johansson e culminata con una figuraccia a dir poco colossale della Disney nel gestire i rapporti con i nomi più importanti di Hollywood.
Il covid ha riscritto molti contratti che sembravano indissolubili (uno su tutti quello tra Nolan e la Warner), ma le dichiarazioni di quei giorni sono state senza se e senza ma degli errori incomprensibili.
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messaggio 15/1/2022, 8:20
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Ho appena letto l'ultimo articolo postato, praticamente Chapek se la gioca in un anno di tempo, perché a fine febbraio dell'anno prossimo il suo primo contratto scadrà.
Personalmente ho molto apprezzato i contenuti e gli obiettivi nella lettera da lui scritta allo staff; sicuramente, se effettivamente si muove in quella direzione, direi che è perfettamente consapevole della storia e del "gioco" che ha tra le mani. Con una certa cautela sono portato all'ottimismo quando vedo tonfi e gaffes all'inizio di una nuova carriera, vi trovo spontaneità e voglia di fare. Saprà correggersi e migliorare, io preferisco attendere ancora un po' e dargli fiducia. Se ha scritto proprio lui quella lettera, mi dà una certa tranquillità, almeno nelle intenzioni, speriamo anche nelle capacità.
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messaggio 23/1/2022, 14:20
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Da The Hollywood Reporter

“Everyone Is Really Bummed Out” Over Pixar’s Third Straight-to-Streaming Film

How deep is the discontent at the prestigious animation studio as 'Turning Red' heads straight to Disney+?

A year ago, Walt Disney Co. CEO Bob Chapek extolled the “artistic triumph” of Pixar’s Soul during an earnings call and said he was “absolutely thrilled” with the results of sending the film straight to Disney+ in the U.S. amid the pandemic. Soul’s Christmas Day debut on the service in 2020 helped lure new subscribers and prevent churn. That month alone, Disney+ added 8.1 million subs.

But now, with the decision to dispatch the third Pixar movie in a row, after Soul and Luca, to Disney+, some are questioning whether Chapek and his team are diminishing the storied animation company. Turning Red, a coming-of-age tale directed by Domee Shi about a young Chinese Canadian girl who morphs into a red panda whenever she gets too excited or stressed, was intended for theatrical release March 11. Disney said those plans were disrupted by another surge in COVID-19 cases and the rise of the Omicron variant. (Chapek has repeatedly said that flexibility is key during these complicated times.)

Many wonder whether Pixar animators are seeing red over the Jan. 7 announcement. According to several sources with close ties to Pixar, that’s not the case. Disappointment, not outrage, is a more apt description. “Everyone is really bummed, but most of us get it. Families just aren’t going to the movies,” says one person at Pixar.

Grosses did improve somewhat for family films this past fall once kids over 5 could be vaccinated. Still, Walt Disney Animation’s Thanksgiving offering, Encanto, and Universal/Illumination’s Christmas sequel, Sing 2, did a small fraction of pre-pandemic business even though they were perceived as successes. Faced with a lackluster box office, Universal made Sing 2 available for rental on premium VOD on Jan. 7, several weeks earlier than planned.

Disney has a different version of PVOD. Films including Walt Disney Animation’s Raya and the Last Dragon launched simultaneously in March in theaters and, for a $30 fee, on Disney+ Premier Access. The separate release strategy for Turning Red — i.e., making it available at no extra charge, like Soul and Luca — allows Disney to capitalize on the prestigious Pixar brand in growing the service at a time when every streamer is seeing subscriber growth slow.

Luca and Soul were among the most viewed streaming movies of 2021 in the U.S., according to Nielsen, though exact numbers won’t be released until later this month. “We were told that Soul brought a ton of subscribers to Disney+. Luca started off slower but essentially did the same,” the Pixar source says separately. Doing a dual release in theaters and on the service might dilute that impact, the person says. (Turning Red will play in theaters in countries where Disney+ isn’t available.)

The next Pixar movie after Turning Red is Lightyear, a Toy Story spinoff based on the beloved character Buzz Lightyear. Disney already has started its marketing campaign for the summer 2022 tentpole, including placing a trailer before Spider-Man: No Way Home. If the pandemic persists, the contained disappointment among Pixar staffers over Turning Red’s altered release plan will likely sour into another kind of emotion should Lightyear receive anything other than a theatrical release.
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Da BadTaste

La Lucasfilm rinuncia a “Figli di sangue e ossa”, punterà su Star Wars e i brand più noti

In occasione dell’Investor Day della Disney a dicembre 2020, la Lucasfilm annunciò un mucchio di progetti ambientati nel mondo di Star Wars, Indiana Jones 5 e anche Children of Blood and Bone, adattamento cinematografico del romanzo di Tomi Adeyemi edito in Italia con il titolo Figli di sangue e ossa.

Il progetto avrebbe dovuto lanciare una nuova proprietà intellettuale per la Lucasfilm, ma dopo diversi anni di sviluppo il film ha cambiato casa: la Paramount. Il progetto era partito in mano alla Fox 2000 nel 2017, poi dopo l’acquisizione da parte dello studio, Kathleen Kennedy si mostrò interessata al progetto: l’acquisizione poteva rivelarsi sensata, soprattutto alla luce del fatto che Rick Famuyiwa (scelto per The Mandalorian) avrebbe dovuto sedersi in cabina di regia.
Alla fine, però, il progetto è finito nel dimenticatoio e lo sviluppo è entrato in fase di stallo, con la Lucasfilm sempre più concentrata sui numerosi prodotti di Guerre stellari per Disney+. Adeyemi, insoddisfatta dal ritmo di sviluppo, si è così proposta di scendere in campo occupandosi personalmente dalla sceneggiatura, una proposta a cui la Lucasfilm non avrebbe dato adito.

Lo scorso autunno, poi, il progetto è stato venduto alla Paramount che l’ha acquisito a inizio gennaio, dando all’autrice il controllo creativo e la possibilità di scrivere lo script.
Fonti di THR sostengono che la Lucasfilm avrebbe effettivamente deciso di concentrarsi esclusivamente sulle proprietà intellettuali già a suo carico, tra cui Willow, Indiana Jones 5 e, ovviamente, Star Wars tra film e serie tv.

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Da BadTaste

Don’t Say Gay or Trans: perché la Disney è nell’occhio del ciclone per non essersi scagliata subito contro la legge

La Disney è nell’occhio del ciclone da alcuni giorni a causa di una controversa legge denominata “Don’t Say Gay or Trans” che si appresta ad essere varata in Florida: la multinazionale, e in particolare il suo CEO Bob Chapek, vengono accusati di non essersi attivati abbastanza pubblicamente nelle ultime settimane per opporsi a tale legge.
Che cos’è la legge Don’t Say Gay or Trans
La House Bill 1557, detta anche Dont’ Say Gay or Trans Bill, è promossa dal partito Repubblicano (a cui appartiene il governatore Ron DeSantis) e riguarda tematiche o persone appartenenti alla comunità LGBTQ+. Due settimane fa la camera della Florida ha approvato la legge con 69 voti a favore e 47 contrari, e martedì il senato l’ha approvata con 22 voti a favore e 17 contrari. DeSantis dovrebbe firmarla a breve.
Nel dettaglio, la legge vieta alle scuole pubbliche fino al terzo anno di elementari insegnamenti o contenuti che facciano riferimento all’orientamento sessuale o l’identità di genere, o più in generale che ne parlino “in una maniera che non sia adeguata all’età o allo sviluppo degli studenti” (i critici ritengono che questa terminologia possa estendere la validità anche agli anni scolastici successivi). Tra le conseguenze della legge, per esempio, il fatto che non potranno più essere citate famiglie omosessuali in problemi di matematica (“Sally ha due madri o Johnny ha due padri”), come sottolineato da uno dei suoi promotori, il senatore Dennis Baxley. Grazie a questa legge, i genitori potranno fare causa alle scuole in caso ritengano che i loro figli stiano ricevendo un’educazione che cita l’orientamento sessuale o l’identità di genere. I critici ritengono che tale legge possa andare contro il Primo Emendamento e ledere la libertà di parola degli insegnanti, o anche solo creare problemi ai bambini appartenenti a famiglie LGBTQ+.

La proposta ha causato un acceso dibattito che si è esteso a livello nazionale, provocando anche manifestazioni studentesche, nel frattempo almeno altri 20 stati stanno prendendo in considerazione legislazioni simili.
Di che cosa è stata accusata la Disney
Negli Stati Uniti uno dei modi più utilizzati per fare leva sui legislatori, anche e soprattutto quando si parla di diritti civili, è il coinvolgimento delle multinazionali e della loro capacità di fare lobby. Alcuni esempi recenti riguardano lo stato della Georgia: nel 2021 per una legge sulle restrizioni nel diritto di voto ai cittadini afroamericani, nel 2019 per una legge sull’aborto contro la quale si scagliò anche la Disney assieme a tutta Hollywood e non solo.
Come noto, la Disney ha un ruolo fondamentale nell’economia della Florida grazie ai suoi parchi di divertimento. Impiega ben 80 mila persone nello stato, e sta progressivamente spostando la maggior parte delle proprie attività della divisione Parks, Experiences and Products dalla California del Sud a un nuovo campus nel centro della Florida. Molti si aspettavano quindi una presa di posizione netta contro la legge, eppure l’unico a sbilanciarsi sui social nelle ultime settimane è stato l’ex CEO Bob Iger, che ha lasciato definitivamente la Disney a dicembre:

Sono con il Presidente! Se questa legge dovesse passare, metterebbe le persone giovani e vulnerabili appartenenti alla comunità LGBTQ in pericolo.

Silenzio assoluto invece dall’attuale dirigenza. Secondo l’Hollywood Reporter, Bob Chapek (che al contrario di Iger non si è mai sbilanciato sul proprio posizionamento politico) intende imprimere un approccio più imparziale all’azienda a meno che non abbiano un’impatto sull’azienda stessa e i suoi affari. Impatto che, a livello di immagine, negli ultimi giorni ha iniziato a esserci. Qualche giorno fa la nipote di Walt Disney e figlia di Roy Disney Abigail Disney – spesso molto critica nei confronti della compagnia – si è espressa molto chiaramente Twitter, affermando che “quando vengono promosse leggi così odiose e cariche di pregiudizio non c’è neutralità. Non dire nulla significa dire moltissimo”. Ha anche criticato la Disney per le numerose donazioni al partito repubblicano (il 25 febbraio Orlando Sentinel ha infatti rivelato che l’azienda ha finanziato politicamente ogni singolo promotore della legge):

Non potrei essere più scontenta delle loro attività politiche, sia in termini di chi finanziano che di come svolgono le attività di lobby. Vorrei ci fosse una legge che impone a tutte le aziende di rivelare tutti i finanziamenti e le loro mosse lobbistiche.

Alla fine della settimana scorsa, la Disney ha risposto alle proteste con un comunicato su Good Morning America:
L’impatto più importante che possiamo avere nel creare un mondo più inclusivo è attraverso la produzione di contenuti che siano d’ispirazione, la creazione di una cultura aziendale di accoglienza e le numerose organizzazioni che sosteniamo, incluse quelle che rappresentano la comunità LGBTQ+.

Lunedì, appena prima che la legge venisse votata dal senato della Florida, il CEO Bob Chapek (che per anni ha guidato la divisione parchi) ha mandato un memo ai propri dipendenti spiegando la posizione dell’azienda:
Come abbiamo visto varie volte in passato, le dichiarazioni corporate pubbliche fanno molto poco per cambiare le cose o le idee. Invece, spesso vengono strumentalizzate da una parte o dall’altra per dividere e infiammare il dibattito. Semplicemente: possono essere controproducenti e minare azioni più efficaci che possano provocare un reale cambiamento. Ne parleremo meglio nel summit Reimagine Tomorrow ad aprile.
[…] Non voglio che qualcuno fraintenda l’assenza di una dichiarazione come una assenza di sostegno. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: un mondo più tollerante e rispettoso. Potremmo però avere tattiche diverse su come raggiungerlo.

Le “dichiarazioni corporate” vere e proprie dell’azienda sarebbero prodotti come Encanto, Black Panther, Pose, Reservation Dogs, Coco, Soul, Modern Family, Shang-Chi, Summer of Soul, Love Victor. “Sono storie più potenti di qualsiasi dichiarazione o tweet o attività di lobby”, ha spiegato il CEO. Infine, si è anche impegnato a rivedere le donazioni politiche dell’azienda, aggiungendo:
Abbiamo scelto di non prendere una posizione pubblica su questa legge perché pensavamo che sarebbe stato più efficace lavorare dietro le quinte, comunicando direttamente con i legislatori di entrambe le posizioni politiche. […] Non abbiamo donato soldi a politici riguardo a questa vicenda, ma abbiamo contribuito alle campagne di politici repubblicani e democratici che poi hanno preso posizioni su questa vicenda.
La reazione di alcuni impiegati Pixar
Deadline ieri ha riportato una lettera interna firmata da un gruppo di impiegati Pixar appartenenti alla comunità LGBTQ+ o alleati, che si scaglia contro il memo inviato lunedì:

Il memo di lunedì iniziava con la dichiarazione che la Disney ha una lunga storia di sostegno nei confronti della comunità, ma i Parchi Disney non hanno mai ospitato ufficialmente un Pride prima del 2019, ed è avvenuto solo a Parigi. La Disney ha uno storico di soppressione di Pride creati dai fan nei parchi, e negli anni ottanta impediva alle coppie dello stesso sesso di ballare. […] È difficile far parte di un’azienda che monetizza merchandise del Pride ma che poi fa un passo indietro nei momenti di bisogno, quando i nostri diritti sono minacciati.
Nella lettera si sottolinea poi come la Disney abbia preso pubblicamente posizione sulla situazione in Ucraina anche con azioni economiche (sospendendo le uscite cinematografiche), e aggiunge che soltanto nel 2021 il 42% dei giovani appartenenti alla comunità LGBTQ+ ha preso seriamente in considerazione il suicidio.

La presa di posizione della Disney contro la legge
Le proteste non si sono però fermate, e così mercoledì, in occasione dell’incontro trimestrale della Disney con gli investitori, e quando la legge era già passata nel senato, l’azienda ha preso posizione contro di essa per la prima volta. Chapek ha parlato a favore delle comunità LGBTQ+ in Florida e in tutto il paese, spiegando che Disney ha firmato assieme ad altre 150 aziende una dichiarazione commerciale nazionale contro le leggi statali anti-LGBTQ+ promossa da The Human Rights Campaign e Freedom for All American.
Chapek ha spiegato di aver pianificato un incontro con il governatore Ron DeSantis:
Il governatore ha ascoltato le nostre preoccupazioni e ha accettato di incontrare me e i dirigenti del nostro team in Florida appartenenti alla comunità LGBTQ+ per discuterne. Intende assicurarsi che nessuno strumentalizzi questa legge per prendere i mira bambini e famiglie LGBTQ+.

Il rifiuto delle donazioni da parte di HRC
The Human Rights Campaign (la più grande associazione nazionale a difesa dei diritti civili LGBTQ+) ha deciso però di rifiutare la donazione, chiedendo che l’azienda prenda una “posizione significativa”:
Non accetteremo denaro dalla Disney finché non li vedremo lavorare sul loro impegno pubblico e lavorare con attivisti LGBTQ+ per assicurarsi che proposte come la legge “Don’t Say Gay or Trans” in Florida non diventino leggi a tutti gli effetti. Disney purtroppo ha scelto di stare in silenzio mentre in Florida venivano attaccate politicamente le famiglie LGBTQ+ – alcune delle quali sono impiegati Disney – oggi hanno preso la giusta posizione. Ma è solo il primo passo. […] Ogni studente merita di essere visto, ogni studente merita un’educazione che li prepara per avere una vita di successo e in salute, a prescindere da chi sia. Questo dev’essere l’inizio dell’impegno di Disney, non il punto di arrivo.

La Disney ha quindi risposto:
Abbiamo sottoscritto la dichiarazione di HRC contro le leggi anti-LGBTQ+ e ci siamo impegnati a sostenere economicamente i loro sforzi. Siamo sorpresi e delusi dal fatto che non abbiano accettato il nostro sostegno finanziario, ma continueremo a impegnarci per intraprendere azioni significative per combattere leggi che prendono di mira le comunità LGBTQ+.
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Hiroe
messaggio 11/3/2022, 1:37
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Scusate ma perché la Disney deve entrare in fatti politici? Ma si sono bevuti il cervello questi delle comunità LGBTQ+? È come se in Italia il Parlamento vara una legge, creata dai nostri rappresentanti da noi stessi eletti, e quelli a cui la legge non sta bene vanno a chiedere aiuto, che so, alla Fiat o alla Mulino Bianco o a Ferrero perché spingano con la loro influenza perché la legge non venga varata. Non vi sembra assurdo? C'è una follia di massa al momento in America, ne sono certa, e la gente non se ne rende conto! Se vogliono che certe leggi non vengano varate, dovrebbero cercare di sensibilizzare la popolazione che poi non voti i repubblicani alle elezioni, non rompere le balle alla Disney!


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-Scrooge McDuck-
messaggio 11/3/2022, 2:12
Messaggio #164





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Sì, ma qui si tratta di comprensione del testo.
Punto 1, la Disney ha finanziato con donazioni tutti i promulgatori della legge in questione.
Punto 2, la Disney ha enormi responsabilità, peso e potere in uno stato come quello della Florida, questo comporta oneri e onori.
Punto 3, proprio perché la Disney ha un enorme peso e ha finanziato economicamente i politici coinvolti in questa legge, quel miserabile di Chapek si è visto costretto a palesare la posizione della company, posizione in cui al 99% lui non crede IMHO, e che arriva comunque tardiva.

È scritto tutto molto chiaramente nell’articolo, e comunque internet ne parla da giorni
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Daydreamer
messaggio 11/3/2022, 7:57
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Credevo che il concetto di lobby gay fosse una finzione, pare che esista davvero.
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Hiroe
messaggio 11/3/2022, 8:13
Messaggio #166


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Valerio, l'articolo l'ho letto bene e sei spocchioso a dirmi che non riesco a comprendere il testo, ma non mi sfugge il fatto che Chapek abbia specificato che hanno finanziato tutti i partiti, non solo quello che ha promulgato la legge, e che abbia deciso di togliersi da esprimere pareri politici, e che preferisce fare parlare le proprie opere.

Non è che se ho un'opinione che non ti aspetti e diversa da quanto gira in rete nelle ultime settimane vuol dire che non capisco ciò che leggo. Magari ho una visione diversa. E con questo chiudo la polemica, che ricordo non ho aperto io, ma a cui ho solo risposto per difendere la mia capacità di comprendere ciò che leggo.

Ritornando alla Disney, io sono anche contenta che si tolga da dare pareri politici su tutto, a me sinceramente dava un sacco di fastidio... Infatti per questo capisco la comunità LGBTQ+ , prima la Disney diceva la sua su tutti i fatti politici, appunto, mentre ora si è scelto un profilo più basso e la cosa non gli torna. Forse era un grande alleato politico per certi gruppi, perché appunto, finanziando copiosamente i partiti, poteva influire sulle loro scelte. Ma non vi rendete conto che è una cosa profondamente sbagliata? Gli elettori votano dei partiti e quelli fanno cosa dice la Disney??? Follia. Bene che la Disney piano piano lasci andare questo comportamento da mafiosi.

Messaggio modificato da Hiroe il 11/3/2022, 8:26


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Beast
messaggio 11/3/2022, 16:19
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Presumo che tutte le grandi aziende americane facciano donazioni bipartisan ai partiti. Che il web faccia le pulci solo alla Disney è un po' ipocrita. Così come è assolutamente ipocrita da parte della Disney promuovere il Gay Month a giugno, ricavare $ sonanti dal merchandise a tema, sbandierare la creazione della 5° key dedicata all'inclusività, per poi sostenere questo tipo di leggi. Ecco, secondo me la linea di demarcazione potrebbe essere proprio qui: far sentire la propria voce sui diritti civili, ma non su temi politici.

Agghiacciante come la gestione dell'ufficio stampa sia stata tanto carente quanto in occasione dell'affair Johansson... incapaci di imparare dagli errori.

Per la cronaca, c'è un aggiornamento: dopo che Chapek ha debolmente criticato la legge, chiedendo un incontro con il governatore della Florida De Santis, questi gli ha risposto di preoccuparsi dei rapporti commerciali della Disney con la Cina comunista e oppressora. Cioè il classico gioco politico trumpiano di gettare fango sugli avversari. Ecco, per la Disney entrare in questa macchina del fango è quanto di meno auspicabile possibile.

Messaggio modificato da Beast il 11/3/2022, 16:21


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buffyfan
messaggio 11/3/2022, 17:31
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Se si tratta di comprensione del testo e se l'articolo è scritto correttamente, allora:

CITAZIONE (Scrooge McDuck @ 11/3/2022, 3:12) *
Sì, ma qui si tratta di comprensione del testo.
Punto 1, la Disney ha finanziato con donazioni tutti i promulgatori della legge in questione.

La risposta è qui: "Non abbiamo donato soldi a politici riguardo a questa vicenda, ma abbiamo contribuito alle campagne di politici repubblicani e democratici che poi hanno preso posizioni su questa vicenda."
Ovvero, la compagnia in modo imparziale (che, a mio modo di vedere è come dovrebbe lavorare una Major) ha contribuito economicamente sia per i repubblicani che i democratici ... se poi, SUCCESSIVAMENTE, alcuni politici abbiano preso parte ad una determinata proposta di legge sbagliata non vedo perchè puntare il dito contro la Disney. La risposta mi sembra piuttosto cristallina, la Disney non ha donato soldi a favore di una legge simile, ma ha contribuito PRECEDENTEMENTE a questa vicenda. Ammesso che l'articolo sia scritto correttamente e siano state riportate in modo giusto le dichiarazioni. Ora, capisco che si pretenda dalla Disney sempre tanto, ma che sappia addirittura leggere nel futuro e sapere in anticipo cosa faranno determinati attori politici, mi sembra eccessivo!

CITAZIONE (Scrooge McDuck @ 11/3/2022, 3:12) *
Punto 2, la Disney ha enormi responsabilità, peso e potere in uno stato come quello della Florida, questo comporta oneri e onori.

Che abbia un peso importante in Florida è chiaro, ma dovrebbe rimanere un peso di stampo economico e non politico. Mi sembra assurdo che si chieda ad una compagnia non politica di prendere posizione in faccende politiche. Cosa che tra l'altro fa, a volte fin troppo, nei suoi film e credo che sia più che sufficiente.

CITAZIONE (Scrooge McDuck @ 11/3/2022, 3:12) *
Punto 3, proprio perché la Disney ha un enorme peso e ha finanziato economicamente i politici coinvolti in questa legge, quel miserabile di Chapek si è visto costretto a palesare la posizione della company, posizione in cui al 99% lui non crede IMHO, e che arriva comunque tardiva.

La stessa cosa scritta sopra.
Si è visto costretto, ovviamente, perché se non si alzano polveroni in America e non si costringe qualcuno a prendere una posizione, non si è contenti. La Svizzera (stato neutrale per eccellenza) in quel Paese non sopravvivrebbe manco un secondo! Per me Chapek avrebbe fatto bene a rimanere imparziale. La Florida è uno stato federale e che piaccia o meno a decidere cosa accade al suo interno non è la Disney.. altrimenti deduco che non ci sarebbe più manco la pena di morte.

PS. Trovo assurdo poi che un gruppo di impiegati della Pixar abbia citato che che NEGLI ANNI 80 la Disney impediva alle coppie dello stesso sesso di ballare... NEGLI ANNI 80 (42 anni fa!!!!!!)! Roftl.gif Altrettanto assurdo inserire la questione Ucraina in questo contesto.

Messaggio modificato da buffyfan il 11/3/2022, 17:37
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